
Emilio Bonavita al microfono. Alla sua sinistra Alberto Bortolotti, Matteo Selleri, Lorena Giovagnoli e Matilde Ghezzi ( foto di Gabriella Casali )
di Franco Cavalli
Il Pulitzer di San Marino. Un’affermazione decisamente un po’ azzardata, ma che ha avuto il merito, oltre a sollevare un po’ di ilarità generale, di stuzzicare l’ambizione che gli organizzatori fin da subito hanno voluto imprimere alla prima edizione del premio giornalistico “Alberto Rino Chezzi per la libera e corretta informazione“, la cui cerimonia si è tenuta lo scorso 12 aprile a San Marino.
È così – con una battuta pronunciata anche con uno spirito di buon auspicio – che si è aperta la cerimonia di premiazione del concorso giornalistico intitolato all’ex presidente dell’Unione Sammarinese Giornalisti e Fotoreporter (USGi), associazione facente parte dell’IFJ e dell’EFJ, che proprio nel corso del 2025 celebrerà anche i 20 anni dalla fondazione. Fin dalla sua ideazione il Premio è stato accompagnato dall’ UNARGA e dalle ARGA di San Marino, del Piemonte e dell’ Emilia-Romagna. Alla cerimonia di consegna la nostra Unione era rappresentata dal Presidente Roberto Zalambani, dal Presidente dei Revisori dei Conti Emilio Bonavita e dal Consigliere nazionale nonchè Presidente dell’ ARGA di Piemonte e Valle d’ Aosta Fiorenzo Cincotti che hanno sottolineato come la stampa locale e quella specializzata rappresentino baluardi per un’ informazione corretta e vicina ai bisogni della gente. Scomparso prematuramente mentre ricopriva l’incarico di presidente USGi, Alberto Rino Chezzi ha sicuramente lasciato un segno profondo nel mondo dell’informazione sammarinese, come l’ha ricordato il 9 aprile il Segretario di Stato per l’Informazione, durante l’Udienza Pubblica davanti ai Capi di Stato di San Marino, i Capitani Reggenti, concessa proprio per presentare la prima edizione del concorso. A scandire le varie fasi della cerimonia di premiazione, con la commossa partecipazione della moglie Lorena e della figlia Matilde, la conduzione del giornalista Alberto Bortolotti, figura di spicco del giornalismo sportivo, che ha saputo mettere in luce come il vero potere della stampa non risieda nei titoli sensazionalistici ma nella paziente ricerca della verità, spesso nascosta tra le pieghe della complessità contemporanea. Un riconoscimento, quello attribuito dal premio “Alberto Rino Chezzi” non solo “onorifico”, ma anche concreto, in quanto ai vincitori di ogni sezione (quella italiana e quella sammarinese) è stato consegnato un assegno di mille euro ciascuno.
La vittoria, per la sezione sammarinese, l’ha conseguita Beatrice Casali, conquistando la giuria con “L’equivoco sulla Bandiera di San Marino” (articolo pubblicato sulla testata giornalistica “L’informazione di San Marino”), un esempio di come anche le storie apparentemente minori possano rivelare verità significative quando trattate con rigore e passione. Sul versante italiano, Michela Iaccarino ha ottenuto il premio per il suo reportage “In Kazakistan non abbiamo futuro – I giovani russi adesso tornano a casa” (pubblicato su “Il Domani”), dimostrando come il giornalismo di qualità possa illuminare realtà geopolitiche complesse, dando voce a chi raramente la trova nei grandi media. I rappresentanti della giuria hanno evidenziato la difficoltà per la scelta degli articoli migliori, tra gli 80 elaborati giunti da San Marino e da 15 regioni italiane, in quanto tutti i partecipanti hanno presentato pubblicazioni di ottima qualità, tanto che la ricchezza dei testi ha convinto i giurati ad assegnare anche due menzioni d’onore. Ad Antonio Fabbri de “L’informazione di San Marino”, per i suoi articoli sul paradossale caso giudiziario che lo ha visto imputato insieme al suo direttore per aver pubblicato documenti erroneamente classificati come segreti, ma in realtà oggetto di sentenza. Un caso considerato emblematico e al tempo stesso un tipico tentativo di limitare la libertà di stampa, che dopo 4 anni di processo si è concluso con il completo proscioglimento da ogni accusa perché “il fatto non sussiste”. Per la sezione italiana, Oscar Maresca, ha ricevuto la menzione per “Il gioiello della Fiorentina che giocava scalzo” (La Gazzetta dello Sport), dimostrando come anche nel giornalismo sportivo si possano trovare storie di profondo valore umano e sociale.
Il presidente dell’USGi, Matteo Selleri, ha sottolineato con soddisfazione il successo dell’iniziativa, evidenziando l’importante sostegno ricevuto dai tanti colleghi giornalisti e dai patrocinatori: la Consulta per l’informazione della Repubblica di San Marino e gli Ordini Regionali dei Giornalisti dell’Emilia Romagna e del Piemonte, e il Master in giornalismo dell’Università di Bologna. Il presidente USGi ha anche evidenziato come, in un panorama mediatico sempre più frammentato, dove la velocità spesso prevale sull’accuratezza, questo premio riaffermi il valore imprescindibile del giornalismo etico.